Abbiamo l’onore di avere come ospite il Re di Praga, Salvatore Bonavena, unico italiano, fino ad ora, ad aver vinto un European Poker Tour. Ciao Salvatore, grazie di aver accettato la nostra intervista.
Grazie a voi, è un piacere per me essere vostro ospite su PokerNostrum.
Cosa ricordi di quell’avventura a Praga nel 2008?
Un libro intero non basterebbe per raccontare i ricordi di quei giorni stupendi. Mi sentivo “protetto” da qualcosa di grande, ed avevo sensazioni molto positive. Inoltre ricordo il calore della gente quando vinsi la Picca. Una cosa però ho ben stampata in mente, la ricordo come se fosse adesso: la mano in cui, andando all-in preflop con KK scoppiai la coppia di assi di Nasr El Nasr. Settai il K al flop e vinsi un colpo fondamentale per il prosieguo del torneo. Avessi perso quella mano sarei stato out. Per come si era svolta l’azione preflop, avevo percepito che c’era il pericolo di trovare il tedesco con gli American Airlines, ma a quel punto del torneo non potevo fare diversamente e quella sensazione di “protezione” di cui ti parlavo prima si è rifatta viva…
Durante quell’EPT quale è stato il giocatore che ti ha maggiormente impressionato?
Sicuramente Juan Maceiras. Grande giocatore, aggressivo, loquace al tavolo e pure molto simpatico e carismatico. Ricordo ancora una mano nella quale io avevo AK e callai il suo raise preflop e pure la sua continuation bet al flop in cui scesero una Q e due carte basse. Al turn si materializzò un K. Puntai sicuro, lui mi rilanciò X3 e io mandai la vasca. Juan, dopo averci pensato a lungo, foldò mostrandomi un K. Non so quanti giocatori sarebbero stati capaci di un tale fold. Complimenti Maceiras!
C’è stata una mano giocata al tavolo finale di Praga nella quale tu, dopo aver raisato preflop con AK, perdesti un patto abbastanza sostanzioso foldando in seguito ad un reraise del chipleader che ti mostrò AQ. Un colpo del genere avrebbe potuto innervosirti, invece mantenesti i nervi saldi.
Avevo rilanciato lungo in quanto al tavolo c’erano due short e il greco Konstantinos, chipleader, mi aveva controrilanciato pesantemente. Ho preferito il fold per tre motivi: primo perché non mi andava di giocarmi il torneo a quel punto e in quella maniera contro un avversario che sapevo avrei potuto dominare in diverse situazioni, secondo perché, dopo che precedentemente avevo avuto una discussione con Cirianni, mi ero imposto di uscire dopo di lui, terzo perché al tavolo c’erano due giocatori molto short che avevano buone probabilità di essere eliminati prima di me.
E’ vero o è solo una leggenda che il premio vinto all’EPT di Praga ti ha permesso di salvare la tua azienda che in quel periodo non se la stava passando molto bene?
Avevo deciso di chiudere la mia azienda prima della vittoria di Praga, in quanto il ramo immobiliare non garantiva più entrate sicure. Diciamo che il primo posto all’EPT mi ha convinto definitivamente a dedicarmi a tempo pieno al Poker, permettendomi di chiudere con la massima serenità la mia azienda.
Facciamo un passo indietro. Come si è sviluppata la tua passione per il Poker?
Fin da piccolo mi sono sempre piaciuti molto i giochi di carte. Crescendo ho imparato a giocare al classico Poker con cinque carte, giocavo spesso con gli amici il cash game e volevo vincere sempre, ho un forte spirito competitivo, mi impegno sempre al massimo per cercare di primeggiare. Un giorno ho visto alla TV un tipo di Poker simile a quello alla Teresina, era il Texas Hold’em. Imparai le regole e provai a giocare qualche partita, fino a che nel 2006, senza nessuna conoscenza approfondita, mi iscrissi ad un torneo da 300 euro di buy-in a Sanremo. Arrivai terzo. Da lì in avanti iniziai a studiare e ad approfondire le mie basi e i risultati non tardarono ad arrivare.
Quali sono stati i maestri o i mentori nella formazione professionale di Salvatore Bonavena?
Devo moltissimo a Roberto Villa, soprattutto per quanto riguarda l’Omaha, poi avendo avuto la fortuna di giocare con i players migliori, Pescatori, Rinaldi, Pagano, Mazzia, Minieri, ho cercato di rubare con l’occhio ad ognuno di loro mantenendo però sempre un mio stile di gioco.
Tu sei un ottimo giocatore di cash, ma dopo le vittorie ottenute nell’EPT di Praga e nell’IPT di Venezia e i numerosissimi piazzamenti ITM in altri tornei, ti senti più player da cash o da torneo?
Io nasco come giocatore di cash, ma l’adrenalina e l’emozione dell’eliminazione sempre dietro l’angolo che danno i tornei sono sensazioni stupende. Diciamo che mi piacciono entrambe le tipologie di gioco.
Secondo te, quanto conta la fortuna nel singolo evento, come ad esempio un torneo?
Nel singolo evento moltissimo, direi un buon 80%. Però la sola fortuna non basta, per vincere il torneo devi possedere anche skill. Nel lungo periodo, invece, l’incidenza della fortuna cala drasticamente, fino a diventare quasi ininfluente e solo i giocatori abili riescono ad essere vincenti.
Ti è mai capitato, specialmente all’inizio della tua carriera, di giocare fuori bankroll o di andare broke?
Ad inizio carriera giocavo costantemente fuori bankroll, mi iscrivevo ad eventi fuori dalla portata del mio bankroll, non ci facevo caso all’inizio. Fortunatamente non sono mai andato broke, anzi vincevo spesso. Con il senno di poi non lo rifarei più e sconsiglio a chiunque di farlo.
Che rapporto hai con il Poker online?
Il mio rapporto con il gioco online è piuttosto freddino. Gioco qualche torneo sul web solo per puro divertimento, a me piace il Poker live, il vero Poker. Voglio vedere in faccia il mio avversario, voglio vedere le sue mani che tremano e sudano, voglio respirare il clima della sfida. Amo la competizione, mi fa sentire vivo.
Se dovessi paragonarti ad un calciatore in chi ti identificheresti?
Essendo un tifoso interista, non ho alcun dubbio, mi identificherei nel capitano dell’Inter Javier Zanetti. Un combattente come me, uno che non molla mai e dà tutto quando gioca.
Se una nostra lettrice invitasse Salvatore Bonavena a cena, oltre a disputare un bel heads up con lui, che piatto dovrebbe preparargli per farlo felice?
Mi piacciono tutti i primi piatti, dunque mi accontenterei di una scorpacciata di primi.
Salvatore, a nome mio e di Poker Nostrum ti ringrazio di essere stato nostro ospite, è stato un onore per noi poter intervistare l’unico pokerista italiano che fino ad ora ha conquistato l’ambita Picca dell’EPT.
Grazie a voi, un saluto a tutti i vostri utenti.
A cura di Enrico “Kiko” Gherardi
www.pokernostrum.it
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